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Sintomatologia - Diabetescore
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La sintomatologia di insorgenza della malattia dipende dal tipo di diabete. Nel caso del diabete tipo 1 di solito si assiste a un esordio acuto, per cui è una diagnosi "facile", in quanto la si sospetta prendendo in considerazione l'anamnesi e la sintomatologia, spesso in relazione ad un episodio febbrile o malattia esantematica o virale, con sete (polidipsia), aumentata quantità di urine (poliuria), sensazione si stanchezza (astenia), perdita di peso, pelle secca, aumentata frequenza di infezioni (nel diabete tipo 2, invece, la sintomatologia è più sfumata e solitamente non consente una diagnosi rapida, per cui spesso la glicemia è elevata ma senza i segni clinici del diabete tipo 1).
In età pediatrica, in alcuni casi, è possibile riscontrare un'iperglicemia occasionale a digiuno che può essere svelata dai risultati di esami ematochimici effettuati di routine o in corso di screening di soggetti a rischio per sviluppare la malattia.

Tale iperglicemia può essere espressione di:

  • fase preclinica di un diabete di tipo 1 non ancora scompensato: in tale caso la presenza di autoanticorpi contro costituenti antigenici dell'isola pancreatica ed una curva da carico di glucosio e.v. (IVGTT) patologica, può orientare verso una diagnosi precoce della malattia;
  • Maturity Onset Diabetes of the Young (MODY) nel 30% dei casi (vedi sub classificazione);
  • diabete tipo 2 in soggetti prevalentemente obesi;
  • cause sconosciute.

Criteri

I nuovi criteri diagnostici sono stati elaborati da un Comitato Internazionale di esperti nel 1997:

  1. sintomi di diabete: poliuria urine frequenti (88%), polidipsia (sete intensa 84%) e perdita di peso non giustificata (vedi la diabulimia), associati ad un valore di glicemia maggiore/uguale 200 mg/dl (11,1 mmol/L) a qualunque ora del giorno, indipendentemente dall'ora dell'ultimo pasto;
  2. glicemia plasmatica a digiuno maggiore/uguale 126 mg/dl (7 mmol/L) (la misurazione della glicemia deve essere stata eseguita almeno 8 ore dopo l'ultimo pasto);
  3. glicemia plasmatica a 2 ore dopo carico orale di glucosio (nel bambino: 1.75 g di glucosio pro g di peso, max 75 grammi) maggiore/uguali 200 mg/dl (11,1 mmol/L).

Occorre seguire il controllo della glicemia:


1. CRITERIO SINTOMATICO O GLICOSURIA O IPERGLICEMIA OCCASIONALE

Glicemia da sangue venoso

  • se questa risulta maggiore/uguale 200 mg/dl (11.1 mmol/L) = "Diabete"
  • se questa risulta maggiore/uguale 100 mg/dl (5,5 mmol/L) si procede con passaggio successivo al punto 2 (e si riconsidera la causa dei sintomi)


2. CRITERIO DELLA GLICEMIA A DIGIUNO, CASUALE O NELL'AMBITO DI UNO SCREENING MAGGIORE/UGUALE 100 MG/DL (5.5 MMOL/L)

Glicemia a digiuno da sangue venoso:

  • se maggiore/uguale 126 mg/dl (7.0 mmol/L), ripetere e se confermato "Diabete"
  • se maggiore/uguale 100 mg/dl (5.5 mmol/L) va effettuato un test da carico orale di glucosio (OGTT)


3. OGTT (Oral Glucose Tolerance Test)

Glicemia a digiuno da sangue venoso: è un test clinico che viene utilizzato per controllare se nel paziente il metabolismo del glucosio è normale. Viene anche chiamato test orale di tolleranza al glucosio, curva da carico orale di glucosio o semplicemente curva da carico. Non bisogna limitare l'assunzione di carboidrati nei giorni precedenti al test, l'alimentazione dev'essere il più possibile simile alla quotidiana. Il paziente deve presentarsi a digiuno da 8-14 ore. Può bere acqua, non succhi di frutta o altri liquidi che contengano zuccheri. Il paziente non dovrebbe essere malato al momento del test, perché stati patologici potrebbero alterare il metabolismo glucidico.

Il test viene eseguito in prima mattinata (ore 07:00-08:30) sia per motivi pratici sia perché il ritmo circadiano del metabolismo del glucosio è massimo in mattinata e minimo nel pomeriggio.
Viene fatto il primo prelievo, cioè il basale, a partire dal quale viene conteggiato il tempo. Pertanto il prelievo basale corrisponde al tempo 0'.
Viene controllata in laboratorio la glicemia del tempo 0': se la concentrazione di glucosio è inferiore a 126 mg/dL si procede con la somministrazione di glucosio.
Viene fatta ingerire al paziente una soluzione contenente 75 g di glucosio in 300-500 mL di acqua. La soluzione dev'essere ingerita in un tempo massimo di 5 minuti.
Successivamente si procede con i prelievi. Si può fare un OGTT "a due tempi" eseguendo un prelievo basale (quindi a 0') e uno a 120' (quindi dopo due ore) oppure un prelievo "a cinque tempi" eseguendo il prelievo basale e poi uno ogni 30 minuti fino alle 2 ore: 0', 30', 60' 90', 120'. In alcuni casi si può fare il prelievo "a sei tempi" prolungando l'esame fino a 180': 0', 30', 60', 90', 120', 180'.
Al test viene generalmente associato quello della insulinemia, cioè la concentrazione di insulina nel sangue, che viene dosata in tutti i prelievi fatti per la glicemia. In questo caso verranno quindi prelevate due provette di sangue ad ogni tempo di prelievo.

Criteri secondo l'OMS - Interpretazione dell' OGTT

Glicemia Normale

I valori normali di glicemia sono:

  • Valori a digiuno della glicemia: inferiori a 100 mg/dl.
  • Valori dopo 2 ore dall'ingestione di 75g di glucosio: minori di 140 mg/dl

Glicemia IFG (Impaired Fasting Glucose ) significa alterata glicemia a digiuno.

  • Valori a digiuno della glicemia: fino a 126 md/dl (valore a digiuno a partire dal quale il soggetto verrebbe considerato diabetico).
  • Valori dopo 2 ore dopo dall'ingestione di 75g di glucosio: minori di 140 mg/dl (quindi come per il soggetto normale).


Glicemia IGT (Impaired Glucose Tolerance) significa ridotta tolleranza al glucosio.

  • Valori glicemia a digiuno: fino a 126 mg/dl;
  • Valori dopo 2 ore dall’ingestione di 75 g. di glucosio: maggiore di 140 mg/dl (quindi nei tessuti periferici non viene captato il glucosio, questo è dovuto a un deficit dell'insulina o del recettore per l'insulina o della via di trasduzione. Questo è un dato che dovrebbe mettere in allerta e il soggetto dovrebbe essere controllato regolarmente e dovrebbe assumere una dieta adeguata per evitare la progressione a diabete).

Diabete Mellito

  • Valori della glicemia a digiuno: superiore a 126 mg/dl;
  • Valori dopo 2 ore dall’ingestione di 75 g di glucosio: 200 mg/dl (in questo caso c'è un alto deficit del metabolismo del glucosiouenze per i tessuti (vedi la voce Diabete Mellito).

Per la diagnosi vale uno dei criteri riportati che deve essere confermato in giorni diversi.

E’ possibile riscontare anche altri sintomi del tipo: aumento dell'appetito (50%), anoressia (35%), disidratazione grave (15-20%),  dolori addominali e vomito (14%), respiro di Kussmaul (6%),  stato stuporoso (6%), coma (2%), perdita di peso inspiegabile associati a un valore di glicemia casuale, cioè indipendentemente dal momento della giornata, = 200 mg/dl (80%)
La diagnosi può essere confermata praticando un esame delle urine ed una glicemia, anche presso un ambulatorio, mediante un stix urinario ed un reflettometro per la determinazione del glucosio. Nella quasi totalità dei casi in età pediatrica, il diabete di tipo 1 all'esordio è caratterizzato da iperglicemia maggiore 250-300 mg/dl e glicosuria, preceduti da un periodo sintomatico che generalmente è intorno alle 4-6 settimane.
I sintomi sono dovuti ad una grave carenza di insulina circolante, che impedisce l'utilizzo del glucosio da parte del tessuto muscolare e adiposo ed il deposito dello stesso sotto forma di glicogeno nel fegato; si ha un'iperglicemia che supera la soglia renale (maggiore 180 mg/dl), glicosuria, diuresi osmotica, poliuria, polidipsia e disidratazione.

Il deficit di insulina porta ad un eccessivo catabolismo di acidi grassi, come fonte alternativa del metabolismo energetico, con conseguente produzione di corpi chetonici, chetonemia e perdita di peso, con possibile sviluppo di chetoacidosi fino al coma.
Per chetoacidosi diabetica, presente nel 30% dei casi, si intende quella condizione caratterizzata da: iperglicemia maggiore 300 mg/dl, glicosuria maggiore 2 g/L, chetonuria, acidosi metabolica, con pH venoso minore 7.30, e/o bicarbonati sierici minori 15 mEq/L.diagnosi precoce della malattia.

Prediabete
Esistono situazioni cliniche in cui la glicemia non supera i livelli stabiliti per la definizione di diabete, ma che comunque non costituiscono una condizione di normalità. In questi casi si parla di Alterata Glicemia a Digiuno (IFG) quando i valori di glicemia a digiuno sono compresi tra 100 e 125 mg/dl e di Alterata Tolleranza al Glucosio (IGT) quando la glicemia due ore dopo il carico di glucosio è compresa tra 140 e 200 mg/dl.
Si tratta di situazioni cosiddette di “pre-diabete”, che indicano un elevato rischio di sviluppare la malattia diabetica anche se non rappresentano una situazione di malattia. Spesso sono associati a sovrappeso, dislipidemia e/o ipertensione e si accompagnano a un maggior rischio di eventi cardiovascolari.

Se si sospetta un diabete o una condizione ad alto rischio di svilupparlo, ma la glicemia a digiuno è normale, va effettuato un OGTT


RACCOMANDAZIONI PER UN ACCERTAMENTO DIAGNOSTICO SICURO

  • La valutazione della glicemia a digiuno richiede la certezza che non siano stati precedentemente introdotti dei cibi la diagnosi non può basarsi su una singola glicemia alterata in assenza di sintomi.
  • Le procedure diagnostiche non dovrebbero essere eseguite in corso di malattia acuta o dopo trauma o interventi chirurgici in corso di terapie farmacologiche che possano modificare la glicemia.
  • Nelle persone con glicemia a digiuno normale ma livelli glicemici postprandiali, elevati, la diagnosi va fatta secondo i criteri dell'OGTT a 2 ore.

 

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Fonti:
http://www.agd.it/leggilazio/lineeguida/criteri.htm
http://www.agd.it/leggilazio/lineeguida/classificazione.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/OGTT