Indice
Beneficiari
Il trattamento economico e previdenziale
Procedura
Per congedo di paternità (erroneamente chiamato anche permesso) si intende l'astensione dal lavoro da parte del lavoratore padre per tutta la durata del congedo di maternità o per la parte residua che sarebbe spettata alla lavoratrice madre nei casi di:
- morte o grave infermità della madre;
- abbandono del figlio da parte della madre;
- affidamento esclusivo del bambino al padre.
Inoltre, la recente riforma del lavoro (Legge n. 92/2012 cosiddetta riforma Fornero), al fine di favorire una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli all'interno della coppia, ha previsto che i lavoratori padri, entro i primi 5 mesi di vita del bambino, avranno il diritto di richiedere tre giorni consecutivi di assenza dal lavoro senza decurtazione di stipendio.
La durata complessiva del congedo di paternità è pari a quello di maternità o per la parte residua qualora la madre ne abbia già usufruito.
La Legge n. 92/2012 ha stabilito che anche il papà, in via sperimentale per il triennio 2013-2015, ha diritto a tre giorni di congedo da fruire entro i primi 5 mesi del bambino/a. Il primo di questi giorni è obbligatorio e si somma a tutto il congedo spettante alla madre. Il secondo ed il terzo giorno, invece, sono alternativi al congedo della madre: questo vuol dire che se il padre ne usufruisce la madre dovrà ridurre di due giorni i cinque mesi di congedo.
Questa sperimentazione non si applica ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, come recentemente stabilito da un parere del Dipartimento della Funzione Pubblica.
Beneficiari
La disciplina è rivolta a tutti lavoratori dipendenti, compresi quelli di amministrazioni pubbliche, di privati datori di lavoro, i lavoratori parasubordinati nonché quelli con contratto di apprendistato e i soci di società cooperative.
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Il trattamento economico e previdenziale
Il congedo di paternità:
- va computato nell’anzianità di servizio a tutti gli effetti (compresi quelli relativi alla tredicesima mensilità, alle ferie ecc.);
- va considerato come periodo lavorativo ai fini della progressione di carriera;
- dà diritto ad un’indennità pari all’80% della retribuzione per tutta la durata del congedo, salvo che la contrattazione collettiva del comparto di appartenenza non preveda un trattamento più favorevole (ad es. nel settore pubblico, questa indennità è pari al 100% della retribuzione).
Ai fini della pensione, il periodo di congedo viene conteggiato per intero con l’accredito dei contributi figurativi (ossia i contributi accreditati, senza oneri a carico del lavoratore, per periodi durante i quali non ha prestato attività lavorativa, come nel caso del congedo di paternità).
Procedura
Per ottenere il congedo di paternità e la relativa indennità il lavoratore deve:
- presentare al datore di lavoro la domanda di congedo con uno dei seguenti allegati (vedi schema allegato):
- la certificazione relativa alla morte della madre;
- oppure la certificazione medica attestante lo stato di grave infermità della madre;
- la condizione di abbandono (del figlio da parte della madre), invece, deve essere contenuta in una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà scritta dal lavoratore padre
I lavoratori stagionali, gli operai agricoli, i lavoratori dello spettacolo saltuari o a termine, i lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari, i lavoratori disoccupati o sospesi possono presentare la domanda presso le strutture territoriali dell’INPS o presso i patronati.
Fonti
http://www.diabete.it/dossier/index.asp
http://www.dirittierisposte.it/