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L'iperglicemia
Cause
Rimedi
La glicemia, vale a dire la concentrazione di glucosio nel sangue è il valore principale che un paziente diabetico deve controllare. La glicemia si esprime normalmente in mg/dl (milligrammi per decilitro). Si definisce ‘iperglicemia’ la presenza di una percentuale di glucosio nel sangue superiore al normale. La tendenza all’iperglicemia è il punto in comune fra tutte le varie forme di diabete.
I fattori negativi dell’iperglicemia sono le complicanze.
La glicemia alta è dannosa, prima di tutto, perchè - insieme ad altri fattori - deteriora le pareti interne dei vasi, contribuendo a occluderli. Questo dà luogo a complicanze microvascolari a danno di occhi, reni ed estremità, e macrovascolari (ictus e infarti). L’iperglicemia danneggia anche il sistema nervoso periferico.
Fino a poco tempo fa si sosteneva che occorressero molti anni di continue iperglicemie perchè le complicanze potessero iniziare a manifestarsi.
Recentemente il dr. Antonio Ceriello, diabetologo italiano che lavora in presso l'Università di Udine, in Gran Bretagna presso la Warwick University e negli Stati Uniti presso l'Oklahoma City University, ha invece scoperto che bastano poche settimane con livelli di glicemia elevata per danneggiare l'organismo (anche se gli zuccheri sono tornati sotto controllo).
Questo meccanismo di danno prolungato è chiamato memoria metabolica e alla base vi sarebbe un'alterazione delle proteine contenute nei mitocondri, organelli cellulare che fungono da centrale energetica dell'organismo. Il glucosio in eccesso, presente nel sangue, si lega alle proteine dei mitocondri e inducono la produzione di radicali liberi i quali sono delle sostanza ossidanti che danneggiano i tessuti, in modo particolare l'endotelio, il tessuto che riveste i vasi e le beta cellule (cellule che producono insulina). Una volta che le proteine mitocondriali si sono legate allo zucchero, continuano a produrre radicali liberi anche quando i livelli di glicemia tornano nella norma. Proprio per questo motivo alcuni pazienti diabetici, nonostante le cure e con livelli di glucosio normali, col tempo sviluppano le complicanze tipiche della malattia e molto temute: retinopatia, neuropatia diabetica, insufficienza renale ed infarto del miocardio.
La ricerca che ha condotto a questa scoperta è stata effettuata su topi e su colture di cellule endoteliali. Nel caso delle cellule endoteliali, la modificazione delle proteine mitocondriali è avvenuta già dopo due settimane di iperglicemia, ma alcune sostanze antiossidanti, sono state in grado di "spegnere" la memoria metabolica delle cellule. Nello studio sui topi, sono stati studiati per tre settimane 4 gruppi diversi: un gruppo normale, uno formato da topi diabetici non trattati con insulina, uno formato da topi diabetici trattati con insulina durante l'ultima settimana e il quarto gruppo trattato, durante l'ultima settimana, con insulina più acido alfa lipoico, una sostanza che blocca la produzione di radicali liberi. Anche nei topi, solo tre settimane di iperglicemia hanno indotto danni permanenti, ma nel gruppo che assumeva acido alfa lipoico, questo è riuscito a far regredire i danni. Mentre la sola insulina non è in grado di annullare la memoria metabolica dopo che si è già instaurata.
L’iperglicemia ha un’altra paradossale conseguenza. Il glucosio entra nelle cellule solo grazie all’insulina. Se questa è insufficiente o inefficace, il sangue è troppo ricco di nutrimento, mentre le cellule muoiono di fame. Per raccogliere l’energia necessaria bruciano i grassi contenuti al loro interno. Così facendo producono però dei rifiuti, i chetoni che sono tossici per l’organismo. Una grave e continuativa iperglicemia può portare a gravissime situazioni di scompenso metabolico: le chetoacidosi.
1) Alimentazione errata (sia per tipo che per quantità).
Questo fattore è il principale che importa un eccesso di carboidrati nel sangue e bisogna stare attenti anche anche al tipo di alimentazione e al cibo che si ingerisce in quanto per alcune pietanze la glicemia s'innalza dopo quattro ore (potendosi aver avuto fino a quel momento una glicemia su valori normali); si pensi agli spaghetti ai frutti di mare, alla porchetta ovvero sia a pietanze molto grasse le quali rilasciano zuccheri dopo quattro o cinque ore; in questi casi accade che ad una glicemia a livelli normali al momento in cui un soggetto si colloca al letto, possono seguire "inaspettate e ingiustificate" iperglicemie al risveglio;
2) Dosaggio errato, dosaggio mancato di insulina o insulina rovinata
Può accadere nel primo caso che una persona non preveda la quantità di carboidrati che andrà a mangiare facendo un quantitativo di insulina inferiore rispetto al dovuto oppure per uno snack fuori orario della portata di azione dell’insulina (nel caso di insulina ultrarapida); nel secondo caso, l’euforia di un evento potrebbe far "dimenticare" di farsi l’insulina o nel caso di un invito a cena improvviso ed irrinunciabile (decidendosi di rinviare l’insulina appena tornati a casa); nel terzo caso può accadere che l’insulina si possa rovinare, ad esempio perché conservata in un posto sbagliato sotto una fonte di sole come in auto (dove a volte si raggiungono temperature oltre i 50°), oppure ad una temperatura troppo bassa nel frigorifero.
3) Effetto rimbalzo
Questo tipo di effetto si verifica quando, in assenza di altre cause che potrebbero giustificare un rialzo di glicemia, l’iperglicemia potrebbe essere l’effetto del rimbalzo di una crisi ipoglicemica anche leggera e non avvertita (c.d. effetto Somogy dal nome dell’endocrinologo ungherese che lo ha studiato). Ciò accade in quanto il nostro meccanismo ha dei meccanismi di risposta alla caduta del livello di glucosio con effetti ritardati: il fegato rilascia importanti quantità di zuccheri a distanza anche di un paio di ore dall'evento, instaurando uno stato iperglicemico che dovrà essere a sua volta corretto.
4) Esercizio fisico
Può sembrare paradossale ma iniziare l’esercizio fisico con la glicemia elevata può significare ritrovarsi con una iperglicemia ancor più marcata (sono rare chetosi). Questo perché l’insulina non serve solo a far entrare il glucosio nelle cellule ma anche a modulare il rilascio di glucosio da parte del fegato: se la glicemia è già alta prima dell’attività fisica significa che l’insulina in circolo è insufficiente e quindi non sarà in grado di bloccare la dismissione epatica di glucosio. Ecco quindi che bisogna acquisire la buona abitudine di controllare la glicemia prima di iniziare l’attività fisica in modo da mettere in atto il corretto comportamento che può prevedere l’assunzione di carboidrati se la glicemia è inferiore a 100 mg. ma nopn è da escludere per quanto detto anche un supplemento di insulina se la glicemia è molto elevata (Calamaria Monciotti, responsabile del servizio di Diabetologia pediatrica del Policlinico universitario di Padova).
5) Mutamento dello stile di vita
Questo fattore è importante in quanto il corpo reagisce in proporzione agli stimoli che riceve, come ad esempio nella fase in cui si passa dalle ferie al lavoro, laddove la sedentarietà lavorativa prende il posto alla vita movimentata tipica del periodo feriale, potendo ricorrere, in questo caso, inadeguatezza dello schema insulinico.
6) Iperglicemie al risveglio (il c.d. fenomeno dell’alba)
E' possibile che i diabetici di tipo I incorrano nel problema dell’iperglicemia al risveglio, ragion per cui è stato dato il nome poetico “effetto alba”; proprio nelle prime ore del mattino, infatti, l’organismo si predispone al risveglio attivando diversi ormoni (cortisolo, adrenalina, …) con un picco di secrezione degli ormoni controinsularie (che impediscono al glucosio di entrare nelle cellule) producendosi, conseguentemente, un effetto iperglicemizzante per il conseguente accresciuto rilascio di zuccheri da parte del fegato a partire dalle ore 5 di mattina.
Questo effetto è più marcato in età pediatrica per la presenza di ormoni della crescita e di altri ormoni legati allo sviluppo sessuale, che vengono secreti in misura maggiore durante la nottata (d.ssa Adriana Francese responsabile del centro di riferimento regionale di diabetologica pediatrica della regione Campania).
Condizione essenziale è nell’esclusione di altre cause che possano determinare una iperglicemia, come ai casi di effetto samogy, di errata (sia per tipo che per quantità) alimentazione, di errori nella somministrazione o dosaggio, all’insulina rovinata, al mutamento dello stile di vita, etc..
7) Iperglicemie serali (effetto crepuscolo o tramonto)
Qualche autore fa rientrare nel c.d. fenomeno crepuscolo o tramonto casi di iperglicemie pomeridiane o serali (in considerazione del momento in cui emerge iperglicemia) inaspettate.
In realtà le cause si annidano in quelle sopra elencate (effetto samogy, etc.) e si differenziano dalle iperglicemie al risveglio mancherebbe la condizione dell’assenza di altre cause che possono originarla
Rimedi
Casi sub 1- 2 – 3 – 4: bolo ulteriore con un analogo ultrarapido proporzionato al valore dell’ipoglicemia;
Casi sub 5 – 6 - 7: occorre modificare lo schema insulinico quindi, scegliendo un’insulina ad azione più ritardata; oppure posticipare l’iniezione d’insulina intermedia della sera al momento di coricarsi mantenendo l’iniezione di sola "pronta" prima della cena; per applicare tale schema (4 iniezioni al giorno) si può far ricorso ad un sistema tipo stiloiniettore; o infine optare per un microinfusore sottocutaneo di insulina il quale permette di calibrare l'apporto basale di insulina, aumentando negli orari in cui la glicemia tende a rialzarsi, ossia in concomitanza del fenomeno alba.
Per saperne di più:
http://www.museodeldiabete.com/storia15.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Iperglicemia
http://it.wikipedia.org/wiki/Ipoglicemia
http://it.wikipedia.org/wiki/Glicemia
http://www.my-personaltrainer.it/glicemia.htm
http://www.diabete.it/pico/view.asp?IDVoce=32
http://www.noidiabetici.it/index.php?option=com_content&view=article&id=87&Itemid=83
http://www.globalrph.com/conv_si.htm#Galactose (per la conversione del glucosio)
http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=5286
http://www.modusonline.it/pd12/ragazzi.pdf
http://www.modusonline.it/pd13/inchiesta.pdf