Il diabetico accetta la propria malattia con il sorriso ?
Per dimostrare come il sorriso debba guidare la vita di ciascuna persona, nostro Papa Francesco ha esortato la folla dei fedeli accorsi in piazza San Pietro a pochi giorni dalla fine del Conclave al culto del sorriso.
Preliminarmente bisogna sgombrare ogni dubbio: il discorso, di cui in appresso, è di Papa Francesco per cui per ovvie ragioni è rivolto ai suoi fedeli; tuttavia c'è da rimarcare che il suo discorso è universale, come del resto ogni parola che esca dalla sua bocca, essendo rivolto, quindi, a qualsiasi soggetto di qualunque religione e razza cui appartenga.
Dice Papa Francesco:
“Non siate mai uomini, donne tristi: un cristiano non può mai esserlo. Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento.
La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma dall'aver incontrato una persona: Gesù, dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti: in questo momento viene il nemico, il diavolo, mascherato da angelo e insidiosamente ci dice la sua parola: “Non ascoltare Gesù”.
Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. Portiamo a tutti la gioia della fede.
Non siate avidi … non fatevi illudere dalla sete di denaro: nessuno lo può portare con sé, il denaro lo deve lasciare; mia nonna diceva sempre che “il sudario non ha tasche”.
Guardiamoci intorno: quante ferite il male infligge all'umanità ! Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, di potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato. E i nostri peccati personali: le mancanze di amore e di rispetto verso Dio, verso il prossimo e verso l'intera creazione.
Gesù sulla croce sente tutto il peso del male e con la forza dell'amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione".
Il cuore dell'omelia di Papa Francesco, pronunciata per la messa della domenica delle Palme è “non siate mai uomini e donne tristi, non lasciatevi rubare la speranza”.
Un famoso ateo del secolo corso diceva che quanto scritto nel Vangelo gli andava benissimo ma se poi vedeva i cristiani, tristi e arrabbiati, lamentosi, mugugnanti, presuntuosi come tutti gli altri, gli passava la voglia di prendere sul serio il Vangelo.
Non è necessario risalire al secolo scorso per trovare cristiani così: purtroppo lo siamo diventati quasi tutti, per via della cultura dominante che ha fatto del nichilismo relativista e presuntuoso la bandiera non più nemmeno nascosta della propria vita.
Non si accettano le cose belle che ci circondano e a maggior ragione le diversità: essere diabetico può esser vista come una diversità ma sul punto non bisogna dimenticare che esistono situazioni di gran lunga peggiori: basta farsi una visita al reparto di neurologia pediatrica per incontrare persone con dei carichi alle spalle non indifferenti in assenza quasi totale di assistenza da parte dello Stato: lasciati a se stessi ma nonostante ciò ... con il sorriso e una pacatezza che quasi impressiona.
Ma una cosa emerge evidente dagli occhi, ossia traspare in queste persone una religiosità imponente, solida, massiccia come una roccia, forse perché il buon Dio, che ha pietà di ciascuno di noi, ci assiste nei momenti peggiori, e non è un caso che proprio in questi momenti lo si invoca e proprio i questi momenti che ci si accorge di altre perosone nelle stesse situazioni se non peggiori che vengono assistete da persone con una luce interiore che risplende nella sua immensità, che non è altro la luce di Gesù nostro Signore ….
.... Sì proprio Lui nostro Signore che ci ha mandato un Papa che prende il Vangelo e lo mette in pratica, abolendo il dualismo tra il professare a parole una fede e il metterla in pratica in tutta la sua bellezza.
La bellezza e la gioia della omelia di papa Francesco è indescrivibile.
Il sorriso che proviene dal suo viso e la forza che ci trasmette attraverso i suoi gesti di carezze e di incoraggiamento sono infiniti: si ha la sensazione di essere abbracciati non idealmente ma come se stesse accanto a noi, un abbraccio virtuale ma in realtà concreto; ci conforta, con le sue emozioni; è un Papa vicino a noi, dicendo le stesse cose che diciamo noi; ci fa emozionare con le sue parole dense e ricche di amore verso tutti, senza distinzione di religione e condizione sociale e salute. Anzi la sua vicinanza ai poveri e a coloro che soffrono è commovente.
Per i malati di diabete non serve a nulla piangersi addosso e chiedersi perché è successo proprio a loro ! è successo e basta ... anche perchè non bisogna nascondere che molte malattie sono proprio imputabili all'uomo e alla globalizzazione che fa si che alcuni imprenditori indiscriminati producano prodotti ricorrendo a sostanze nocive (come sembra acceertato per l'aspartame, per i grassi idrogenati, etc. ) sempre nell'ottica del massimo profitto da realizzare a costi minimi: non è un caso che nostro Papa Francesco ci esorta, consigliandoci, di non farsi … illudere dalla sete di denaro: nessuno lo può portare con sé, il denaro lo deve lasciare; mia nonna diceva sempre che “il sudario non ha tasche”.
Bisogna fare molta attenzione a che la non accettazione della malattia può porate a iperglicemie che con il tempo possono portare a complicanze (secondo alcuni studi medici bastano pochi mesi di continue ipoglicemie).
Occorre rassegnarsi ma positivamente, nel senso che la speranza di un futuro migliore (compresa una probabile guarigione) non ci deve abbandonare mai: accettare quindi i consigli benevoli provenienti dai medici e dai propri familiari, non provare rancore (nell’inconscio che si manifesta all'esterno mediante atti di ira e rabbia) verso le persone “sane”: significa autoflaggellarsi infliggendosi sofferenze ingiustificate.
Non deve succedere niente di tutto questo …. Ci si deve sedere ed affrontare i problemi uno ad uno, cercando di valutare gli aspetti positivi e negativi e tirare la conclusione (in fondo con un esatto calcolo dei carboidrati anche il diabetico può mangiare tutto, quindi sentirsi uguale alle persone sane ovviamente con l’unico limite di adottare delle precauzioni !!!) e considerare che nella sfortuna comunque si è sempre fortunati perché esistono dei farmaci che permettono di vivere in modo più che dignitoso.
Non bisogna dimenticare che il diabete, se non curato, conduce ad una morte per assenza di ossigeno nelle cellule, in altre parole per soffocamento.
Questo evento letale è un evento che il diabetico dimentica oppure non conosce sia perché i medici non ne danno la notizia al momento dell’esordio della malattia, come pure non viene data notizia in modo sufficiente delle complicanze conseguenti alle iperglicemie ….
Ulteriormente non bisogna dimenticare che esistono moltissime malattie devastanti per il nostro corpo, denominate “orfane”, perché non si conoscono le cause e per le quali non esistono cure. …
Se si accetta la malattia, magari aiutati dalla fede, con il sorriso può superarsi ogni problema: “non siate mai uomini, donne tristi: un cristiano non può mai esserlo. Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento” … perché il Signore è sempre vicino a noi ad assisterci nel bene e nel male.
Se poi viene scoperto un rimedio definitivo risolutivo ben venga ma anche qui dobbiamo sperare che interessi di natura economica non nascondano o soffochino nuove ricerche sperando che queste non si facciano soffocare dal dio denaro:
Papa Francesco ci ricorda di non essere avidi "che il sudario non ha tasche. Non fatevi illudere dalla sete di denaro: nessuno lo può portare con sé, il denaro lo deve lasciare".
Il sorriso ci può portare ad un futuro migliore: il messaggio di papa Francesco è proprio quello che smuove la radice del cuore dell’uomo, fatto per sperare a favore della vita.
L’uomo, la donna , i giovani … tutti abbiamo nel cuore questa radice di speranza che riconoscevano anche gli antichi; ma la mentalità dominante vuole uccidere la speranza che è come uccidere l’umanità di ciascuno per trasformarci in bestie senza ragione.
Ma il nostro Papa grida con tenerezza:
«non siate mai uomini e donne tristi,
non lasciatevi rubare la speranza»